Quinto Conto Energia da luglio si prospetta un forte ridimensionamento del fotovoltaico italiano

Circolano da giorni bozze in tema di V Conto Energia.
 
Si prospetta per luglio la fine del fotovoltaico italiano. Una delle bozze circolanti relative al progetto di un quinto Conto Energia che sostituisca già dal 1º luglio l’attuale quarto, anticipandone quindi la chiusura, prevede interventi tali da impedire qualsiasi ulteriore sviluppo del settore. Il testo, che reca l’abituale intestazione del ministero dello Sviluppo Economico operante «di concerto» con quello dell’Ambiente prevede, tra le altre cose, i seguenti punti:
–     la limitazione della spesa relativa al costo annuo degli incentivi a un massimo di 80 milioni di euro a semestre (con l’aggiunta di 10 milioni ciascuno per impianti «integrati e innovativi» e a concentrazione);
–     l’obbligo, per tutti gli impianti con potenza superiore ai 3 chilowatt, di iscrizione a un registro semestrale di impianti ammessi alle tariffe incentivanti da aprirsi sei mesi prima del relativo semestre con l’impegno a terminare l’impianto entro un anno dalla registrazione;
–     l’istituzione di un sistema di priorità per l’iscrizione al registro che predilige, nell’ordine, impianti costruiti su edifici che abbiano già conseguito un attestato di certificazione energetica (almeno classe D), la sostituzione di coperture in amianto, le aziende agricole limitatamente a potenze fino a 200 chilowatt, quegli impianti, senza limite di potenza, realizzati da comuni con meno di cinquemila residenti, impianti su pergole o tettoie o serre e solo a seguire tutti gli altri, per i quali varrà come prima discriminante d’accesso la data del titolo autorizzativo, seguito dalla minore potenza dell’impianto e dalla data di richiesta di iscrizione al registro;
–     le tariffe, suddivise come per quanto disposto dal quarto Conto Energia a partire dal 2013, prevedono la suddivisione tra «onnicomprensiva» e «premio autoconsumo», distinte per «impianti su edifici» e «altri impianti» nonché per le oramai tradizionali cinque classi di potenza (da 1 a 3 chilowatt, oltre e fino a 20 chilowatt, oltre 20 e fino a 200 chilowatt, oltre 200 e fino a 1.000 chilowatt, oltre al megawatt e fino a 5 megawatt, oltre a 5 megawatt) e per il secondo semestre dell’anno in corso prevedono tariffe onnicomprensive tra i 12 e i 17 centesimi di euro per chilowattora e premi per l’autoconsumo tra i 4 e i 9 centesimi di euro per chilowattora.
Per il calcolo degli 80 milioni a semestre si presuppone una produzione media (indipendente dalla Regione d’installazione) pari a 1.300 chilowattora per chilowatt di potenza dell’impianto moltiplicata per l’incentivo previsto per il semestre successivo. La somma annuale degli incentivi a disposizione, considerata la priorità data a impianti di potenza minore e su edifici, quindi con tariffe più alte, non consentirebbe neanche il raggiungimento di 1 gigawatt annuo di potenza cumulata.
Nelle considerazioni introduttive, gli estensori del testo fanno esplicito riferimento al fatto che finora, gli incentivi corrisposti hanno rivelato «inadeguati meccanismi di contenimento dei volumi di installazioni», vantando peraltro che, per quel che riguarda la produzione di elettricità, l’Italia sarebbe già ora in anticipo sugli obiettivi europei.
 

fonte PHOTON


Pubblicato

in

da

Tag: